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RITORNO ALL’ARTIGIANALITÀ – INTERVISTA AD ANTONELLA MALLONE

22 Mar 2021

RITORNO ALL’ARTIGIANALITÀ – INTERVISTA  AD ANTONELLA MALLONE

Il prossimo 23 marzo prenderà il via, in una esclusiva versione digitale, secondo le vigenti regole anti Covid-19, The One Milano, la fiera che da molte stagioni si dedica al cosiddetto haut-à-porter, riunendo nel capoluogo lombardo le eccellenze dell’artigianalità della moda Made in Italy.
Parallela alla fiera internazionale Mipel, storica presentazione ai buyer delle proposte per le future collezioni di pelletteria e accessori moda, TheOne è una nicchia di eccellenze a tutto tondo, dai tessuti alla pelle, dalla maglieria agli accessori, che in questa edizione ospiterà, tra gli altri, la nostra Antonella Mallone, docente del corso di Paideia di Sartoria!

“Sono molto lieta di partecipare a questa edizione di TheOne, una fiera dove si scovano e vengono riscoperti gli “artigiani” veri e propri, maestri della tradizione italiana e del vero “fatto a mano”. Con una grande attenzione, oltretutto, al mondo femminile.”

In cosa consisterà la tua partecipazione a TheOne?
“La mia presenza a questa edizione risponde essenzialmente a una domanda: cosa succede, cosa avviene dietro a un capo finito? Ecco, io dimostro cosa significhi davvero la creazione di un capo. Spiego in che modo si passi dall’idea di uno stilista alla realizzazione dell’idea stessa.
Partendo, ad esempio, da un tessuto, come posso far in modo che questo diventi un capo, come posso far sì che segua le linee della moda ma allo stesso tempo sia adattabile alla figura umana, che cada bene, che prenda vita su una figura in movimento? Tutto ciò altro non è che il lavoro della modista.”

Possiamo definirla una figura chiave nella moda, quindi, perché permette la realizzazione effettiva dei capi che vediamo sfilare sulle passerelle?
“Esatto. Questo è ciò che ho fatto a The One. Ho fatto vedere cosa fa una modista, una sarta, come si da un’anima ai capi, che prendono vita grazie a questo lavoro.
Traduciamo in pratica delle idee, facendo in modo, attraverso l’esperienza e l’abilità, che dei concetti espressi sulla carta possano prendere vita. Tutto questo non facendo mai prevalere la nostra soggettività, ma facendo emergere quella degli altri, la loro creatività. Vestendo, di volta in volta, la pelle dei diversi stilisti.”

Questa figura professionale ha una traduzione concreta nel mondo del lavoro?
“Assolutamente, anzi, è un lavoro che sta ritornando molto in auge. Ricordiamoci che tutti i grandi stilisti, Valentino, Armani, Dior, Yves Saint Lauren, erano prima di tutto grandi sarti.
Vedo sicuramente un futuro anche e soprattutto per i giovani: basti pensare che alcuni grandi stilisti stanno già organizzando delle classi, delle vere e proprie lezioni dove le artigiane più anziane insegnano ai più giovani. Sono le operaie, quelle che materialmente “fanno” i capi a trasmettere il proprio know how.
Si prevede che in pochi anni le persone formate dalle nostre scuole addirittura non basteranno più a soddisfare la domanda del made in Italy.”

Cosa significa per un artigiano partecipare a questi eventi?
“Partecipare a questo evento è una grande occasione per i piccoli artigiani, che possono così farsi conoscere, mostrarsi al mondo e mostrare il proprio lavoro, le proprie qualità e il proprio know how. Si cercheranno sempre più persone specializzate nei diversi campi e in questo il territorio italiano ha un primato assoluto.
Lo stesso evento a mio parere è simbolo di un “rinascimento” del made in Italy, oggi sempre più richiesto.”

Sta cambiando qualcosa nell’approccio alla moda negli ultimi tempi?
Le persone si stanno stufando dell’usa e getta, hanno voglia di bellezza unica che duri nel tempo. E in questo, e sono molto orgogliosa nel dirlo, sono soprattutto i giovani che stanno riscoprendo, spesso grazie ai racconti delle loro nonne, cosa voglia dire artigianalità e quanto essa sia importante. Spesso mi raccontano di come hanno ritrovato una vecchia squadra in legno o un figurino fatto dalla loro nonna.
Abbiamo nel nostro dna questa cultura, bisogna solo fare un passo indietro per poterla riscoprire. Possiamo recuperare un know how che solo in Italia esiste e che deve essere sfruttato.”


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